«Ricordati di tutto il cammino che il Signore, tuo Dio, ti ha fatto percorrere» (Dt 8,2).
Questa mattina Papa Francesco, nella sua omelia per questa solennità, ha messo in evidenza della cose così forti che ancora una volta mi fermo a rifletterci a voce alta. Su facebook questa mattina un giovane di San Colombano, ha pubblicato questa foto senza nessun commento! Il commento lo faccio io anche se forse un po' ampio. Fino allo scorso anno, questo Pertero veniva fatto con tanta gioia e tanto sacrificio nel viale del nostro monastero.
Quest'anno, il Covid e non solo quello, non hanno permesso che si rinnovasse questa splendida tradizione, ma i giovani, si sa, non si fermano davanti a nulla, e almeno un segno lo hanno fatto nel loro oratorio. Un segno molto forte, che mette ai piedi del calice, un simbolo che non potrà mai più cancellarsi dalla nostra memoria.
<<È essenziale ricordare il bene ricevuto: senza farne memoria diventiamo
estranei a noi stessi, “passanti” dell’esistenza; senza memoria ci sradichiamo
dal terreno che ci nutre e ci lasciamo portare via come foglie dal vento. Fare
memoria invece è riannodarsi ai legami più forti, è sentirsi parte di una
storia, è respirare con un popolo. La memoria non è una cosa privata, è la via
che ci unisce a Dio e agli altri. >> Papa Francesco
Quei simboli del Pertero 2020 non parlano del solo dramma che il mondo intero ha sofferto e nel quale continua a soffrire, ma parlano anche di dolori forti, molto recenti, che una comunità intera ha vissuto da poco e che ci fanno sentire parte di una stessa storia. Una storia che fa memoria di momenti belli, felici, vissuti insieme e momenti difficili, sofferti, di separazione e di distanza, ma che parlerà sempre dentro i nostri cuori attraverso quella stessa via che tutti ci unisce a Dio e agli altri, nella celebrazione di una Eucarestia che non è un semplice ricordo, ma è un fatto vivo e vero dove la morte e la resurrezione di Gesù sono davanti a noi, sono dentro di noi.
Dopo la memoria del bene ricevuto che Israele tramanda al suo popolo, c'è il camino che si è fatto insieme da ricordare. E non sempre questo cammino è stato positivo; a volte ha lasciato dentro di noi tante ferite!
<Tanti hanno la memoria segnata da mancanze di affetto e da delusioni cocenti, ricevute da chi avrebbe dovuto dare amore e invece ha reso orfano il cuore. Si vorrebbe tornare indietro e cambiare il passato, ma non si può. > ci dice il Papa. Ma celebrare ancora una volta questa solennità del Corpus Domini, mi apre ad una altra riflessione sempre sotto la provocazione forte dell'omelia di Francesco: cosa vogliamo tramandare a chi viene dopo di noi di questo cammino fatto?
<< Sempre avremo davanti agli occhi le nostre cadute, le fatiche, i problemi, della
casa e del lavoro, i sogni non realizzati. Ma il loro peso non ci schiaccerà
perché, più in profondità, c’è Gesù che ci incoraggia col suo amore. Ecco la
forza dell’Eucaristia, che ci trasforma in portatori di Dio:
portatori di gioia, non di negatività. Possiamo chiederci, noi che andiamo a
Messa, che cosa portiamo al mondo? Le nostre tristezze, le nostre amarezze o la
gioia del Signore? Facciamo la Comunione e poi andiamo avanti a lamentarci, a
criticare e a piangerci addosso? Ma questo non migliora nulla, mentre la gioia
del Signore cambia la vita.>>
<<Il Signore, offrendosi a noi semplice come il pane, ci invita anche a
non sprecare la vita inseguendo mille cose inutili che creano dipendenze e
lasciano il vuoto dentro. L’Eucaristia spegne in noi la fame di cose e accende
il desiderio di servire.>>
Questo è anche il mio sogno e il mio augurio per te, giovane di San Colombano, e per tutti i giovani, quelli che amo perchè li conosco e sono legati a me da una storia di amicizia o di parentela, ma anche per tutti i giovani del mondo che come me sanno che Cristo è vivo e cammina con noi. Buona domenica del Corpus Domini 2020!
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