01/04/20

E dopo che faremo?


Ora che il primo mese è passato, ora che ci si illude o meglio… si spera che magari tra 15 giorni tutto questo finisca, la domanda più forte che senti dire è: cosa farai quando potrai uscire di nuovo? Lo so, sono una suora, sono credente, magari ho, che ne so’, un po’ di schemi fissi in testa, ma una cosa è certa: continuerò a fare quello che sto facendo ogni giorno, ringraziare Dio perché anche oggi mi sono svegliata, c’è il sole, i miei cari stanno bene almeno per quello che è possibile stare, così pure tanti amici, fratelli e sorelle sparsi nel mondo.  Solo che forse andrò a farlo in chiesa, parteciperò alla Messa…e anche se non sono proprio come mia madre o mia sorella, forse accenderò una candela alla Madonna ma di sicuro le porterò un mazzo di fiori! E continuerò a pregare! Il virus non mi ha certo messo né in quarantena con la preghiera né mi ha contagiato il cuore per cui, semplicemente, continuerò a vivere. Vivere! Mai come in questi mesi questa parola è esplosa nella vita di milioni di persone al mondo! Davanti a tanta morte, sommersi dalle immagini più dure che da tanti parti del mondo arrivavano in contemporanea, dalla corsa contro il tempo per salvare una vita che migliaia e migliaia di persone hanno fatto anche a costo di perdere la propria, come purtroppo è accaduto,  con una dedizione totale inimmaginabile prima, davanti ad un dolore così profondo e a un nemico così invisibile, l’unica parola che riuscivamo tutti a borbottare e a gridare nel silenzio più totale del nostro cuore era: vita! Ce la Faremo! A Far che? A ricominciare a vivere! A continuare a vivere! A volere la vita al di sopra di tutto. Ma quale vita?  Per carità, una vita in salute, una vita con un lavoro stabile, con il necessario per fare una vita dignitosa, serena, con i nostri affetti più cari, e che vuoi, con la possibilità di fare un periodo di vacanza (se per caso questi mesi non fossero stati sufficienti!) per godere, umanamente parlando, della bellezza della vita e del creato, mare, montagna o collina che sia. In questi giorni sento tante persone che dicono in pubblico e in privato: nulla sarà come prima! Noi non saremo più come prima! Tutto questo ci ha cambiati profondamente! Lo dicono i politici, lo dicono gli artisti, lo dicono gli uomini comuni, uomini di chiesa, lo dicono persino i bambini! Ma in questi giorni così tristi, gli italiani e tanti, tantissimi altri uomini e donne in tantissimi altri paesi del mondo, hanno dato il meglio di sé: hanno amato, hanno condiviso, hanno pianto insieme, hanno lottato uno accanto all’altro, non hanno guardato in faccia a niente e nessuno, né alla razza, al colore, al partito, alla religione, all’età, alla persona ricca o povera che fosse! Hanno visto solo l’uomo e la donna che avevano un unico diritto, uguale e identico al mio: vivere. E si sono sentiti uniti, si sono sentiti popolo, si sono messi a cantare e a ballare, ma soprattutto si sono decisi a sperare! A sperare in chi? In cosa? Nella scienza, certo, nella possibilità dell’uomo di poter vincere questa guerra. Ma hanno anche pregato, chi lo ha sempre fatto e chi magari non lo faceva da tanto tempo: perché nel cuore potevi solo avere una certezza: Dio può salvarti! Ci sono tanti modi per sentirsi salvati o per lo meno…guariti! Uno di questi è l’intelligenza che l’uomo ha per arrivare a sconfiggere il nemico, con un farmaco, con un vaccino, con una scelta politica ed economica, con uno stile di vita. Ecco, dopo, quando tra qualche mese tutto sarà finito o in via di soluzione, sarà ancora tutto come prima o sarà davvero un mondo nuovo? Io continuo a vivere…e a pregare perché il miracolo avvenga!  E nel frattempo…coltivo l’orto in casa! Buona giornata!

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