Quando una giovane suora di soli 24 anni versava in gravi condizioni fisiche e stava per arrivare a quel giorno fatidico in cui sarebbe passata all'altra riva, le sue consorelle un po troppo curiose, sapendo che lei era una persona speciale, le chiesero in confidenza: " ma tu, di cosa morirai?" (Era malata di tubercolosi. ) E lei proprio perché era speciale diede la risposta più assolutamente normale che esista al mondo:" morirò di morte!" E ancora" Ma non sarà la morte a cercarmi bensì il buon Dio". E quando la morte per davvero bussa alla sua porta lei dice a chi le sta intorno che" non muoio. Io entro nella VITA"
Si chiamava Teresa del Bambin Gesù o Teresa di Lisieux come è più conosciuta.
In questi giorni così duri per tanti di noi, amici, familiari, conoscenti, sconosciuti, giovani o anziani, semplicemente italiani, europei o semplicemente abitanti di questo mondo, tutti abbiamo il terrore di combattere contro un nemico invisibile che attacca la nostra vita e purtroppo tante volte vince la battaglia e lascia nel dolore più duro tante famiglie. Anche se ...io sto a casa... come quasi tutti noi, mi capita ogni giorno di più di sentire persone piene d'angoscia, nel panico, con tanta difficoltà a vivere questa quotidianità anche quando, grazie a Dio, non si è positivi al coronavirus o peggio con familiari o persone care ricoverate in ospedale. E tutto sommato non è che io mi senta al di sopra di ogni sospetto, cioè non è che i miei pensieri siano sempre sopra le stelle del firmamento in un cielo spettacolarmente blu e pieno di sole! Ma anche quando l'orizzonte può in qualche modo nascondere i segni di speranza per mia fortuna mi viene incontro il patrimonio esistenziale di chi mi ha formato nei giorni della mia vita. Mi viene in mente mia madre e mi chiedo come avrebbe accolto e vissuto questi giorni se fossero stati i suoi e mi immagino che sarebbe stata h24 con il rosario in mano e con le candele accese davanti ai suoi innumerevoli santi in una supplica continua al Signore e alla Madonna. Mi vengono in mente tante persone che ho incontrato per 10 anni nei miei viaggi a Lourdes che anche se inchiodate da anni e anni sopra un letto o su una carrozzina hanno continuato a sperare grazie all'amore di chi viveva con loro e per loro, regalando a me e a tanti giovani molta più forza e gioia con i loro occhi e sorrisi di quanto si potesse anche lontanamente desiderare al mondo. Mi vengono in mente tanti miei amici sacerdoti, la maggioranza dei quali oggi sono davanti al volto di Dio, che, a differenza della esperienza di Celentano nella sua canzone "Azzurro" , un prete per chiacchierare l'ho trovato tante volte e hanno speso il loro tempo e la loro pazienza a sostenere la mia giovinezza e ad insegnarmi con la loro testimonianza ( che per grazia di Dio nella stragrande maggioranza dei casi è stata splendida, cristiana e umanamente arricchente!) i veri valori della vita; l'amicizia, la sincera donazione agli altri, la condivisione, gli ultimi e i poveri come compagni di viaggio, la libertà di spirito e la famiglia, quella originale e quella che mi è stata donata, e infine la scelta di fede responsabile e vitale. Penso ancora alla formazione ricevuta in monastero, alle tante sorelle e confratelli che il Signore mi ha dato per oltre 37 anni con la loro esperienza di vita personale e con quella comunitaria che abbiamo avuto la grazia di vivere insieme. Penso a tutto questo e a tanto altro e mi sento piena di vita, di vita altrui, di vita vissuta tra momenti molto dolorosi e gioie immense e impossibili da dimenticare. E allora mi dico; come morirò e di cosa morirò? Mi verrà un infarto, in ictus e passerò lunghi giorni in ospedale, avrò un incidente con la macchina o capiterà un terremoto e morirò sotto le macerie come tanti nostri fratelli che in questi ultimi anni hanno perso la vita mentre dormivano? Un malattia arriverà improvvisa e dovrò lottare anch'io contro il tempo per superare cure devastanti? O ancora più reale e purtroppo prevedibile ai nostri giorni: un attentato terroristico mentre in una giornata piena di sole hai solo il torto di essere al supermercato a fare la spesa o su un treno per raggiungere in un fine settimana la tua famiglia per passare un momento di festa con loro? Potrei continuare l'elenco all'infinito ma non cambierebbe il finale; morirò di morte! E allora perché questo benedetto virus mi deve togliere il respiro? No, non glielo permetterò! Voglio vivere e con l'aiuto di Dio, voglio entrare anch'io un giorno in quella stessa VITA che tanti altri nostri amici, fratelli e sorelle vivono già in pienezza. E tra questi ci sono oggi tutti quelli che in questi mesi, in Italia e altrove, hanno perso questa battaglia contro questo virus, ma che dal cielo di certo aiuteranno tutti noi a vincere la guerra contro la disperazione e l'angoscia e la paura. Buona domenica!
Ho tempo da "perdere" (ma nel senso evangelico)! ...e ti leggo fino in fondo...
RispondiEliminaDi cosa morirò? Non lo so! Di certo so che questo è un momento di sospensione per molti. Alla fine della giornata, prima di addormentarmi ripeto: "Nelle tue mani affido la mia vita"... E sento che Maria mi è accanto e mi addormento...
Grazie, Maria Carmen!