A Dio
Eri nello spazio impensato perché scontato.
Eri e Sei - forse ora ho capito- fra le parole che ho tanto usato e osato; sempre ci sei stato, eri lì, ci sei ancora e voglio decifrarti, stanarti usando sì le parole ma in modo diverso e in diverso modo la follia, il mestiere con cui la parola mi diventa grafia, mania, modo, vuoto suono od effetto.
Solo quello so fare, solo lì c’è speranza che Tu adesso compaia, perfetto, se vuoi in rima, rimando con te stesso, in un metro o in un altro.
Tu puoi innalzare al cielo qualunque prosodia; purché Tu appaia, le fruste parole si fanno Parola, e col mio io sepolto finalmente parlerai, che mai è stato quel che era forse destinato ad essere, un io mancato, strangolato.
Parlami a perdifiato.
Ti cedo ogni suono o silenzio; e già ti vedo emergere da quella pila di parole inutilmente sparse nel cassetto, cancellarne rime e rumore, facendone linguaggio perfetto.
Cancella anche me, cambiami, conducimi, ritraducimi, parla Tu per sempre Signore.
Vittorio Gassman
Buona giornata!
Che magnifica sorpresa questa preghiera! "Io sto alla porta e busso..." E non si stanca di bussare alle porte più "difficili". Ringrazio Dio, e confesso di aver pregato per questo fratello, a suo tempo. Grazie sr. Maria Crmen:
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