09/11/08
Vivere in comunità: essere chiesa o qualcos'altro?
Oggi mi viene particolarmente in mente il mio mare e mi viene in mente con una riflessione che può sembrare strana per il suo collegamento. Nella celebrazione liturgica, la Chiesa ci invita a far festa nel ricordo della Dedicazione della Chiesa Madre, la Basilica di San Giovanni in Laterano! Mi direte. Cosa c'entra il mare? Ogni qual volta penso ad una chiesa, in qualsiasi parte del mondo, la penso nella mia mente come vedo questo piccolo scoglio circondato dal mare e attaccato alla terra ferma. Per chi sa nuotare e ha avuto la fortuna di circondarlo a nuoto può capire la sensazione che tantissimi anni fa ho avuto io e che ancora oggi mi porto dentro stampata nel mio cuore. Chi lo guarda da lontano, lo vede come un piccolo punto sporgente, un posto dove approdare e riposarsi per poi ripartire o per fermarsi e inoltrarsi nella terra ferma magari per mettersi in salvo in caso di difficoltà. A volta entriamo in una chiesa proprio con questi stessi sentimenti. La vediamo mentre stiamo attraversando la strada della nostra vita, ci sentiamo stanchi e nell'immensa solitudine che a volte sentiamo dentro , proviamo il bisogno di fermarci, anche solo per pochi minuti quasi a volerci attaccare a qualcosa di solido che ci dia la sicurezza di essere, almeno per un istante, in un porto sicuro. Anche la comunità religiosa è una piccola chiesa, le sue pietre sono vive, i suoi muri sono fatti di carne , le sue porte e le sue finestre sono qualche volta invecchiati dal tempo, ma parlano, attraverso gli sguardi tramandati da una generazione ad un altra, dei giorni che hanno custodito e dei passi di silenzio che hanno attraversato tante vite diverse. Ma non sempre siamo comunità, non sempre ci rendiamo conto che essere chiesa è condividere Qualcuno, è avere dentro uno stesso amore che ti rende un porto sicuro per chiunque attraversi la tua strada e che, al tempo stesso, cambia la tua stessa vita e la rende affascinante fino alla fine. A volte ci accontentiamo di nuotare isolati, preferiamo la solitudine e la tristezza di non voler dire a qualcuno che abbiamo visto un bel mare e un mondo stupendo , preferiamo custodire i nostri sentimenti, le nostre aspirazioni, le nostre illusioni e le nostre sconfitte e delusioni dentro quella piccola maschera che mettiamo sul viso e alla fine riusciamo solo ad essere ancora più tristi ed angosciati. Quante volte la paura ci impedisce di essere Chiesa e di essere semplicemente cristiani. Ciao!
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Condividere con il tuo prossimo.. Che bella scoperta è stata per me la condivisione in seno al mio gruppo di preghiera. Inizialmente venivo da un bisogno di silenzio e di comprendere bene il mio rapporto con Lui. Appena compreso ciò non potevo più tenermelo dentro. Andava condiviso e testimoniato con e agli altri. E la Gioia veniva moltiplicata.
RispondiEliminaGrazie dei tuoi bei post, cara suor M.Carmen. Aiutano a riflettere.
Un abbraccio in Cristo
diggiu