Condivido con chi mi legge su queste righe un fatto molto doloroso che mi ha coinvolto affettivamente ieri pomeriggio. Sto parlando dell'incidente aereo avvenuto in Congo nel quale sono miracolosamente usciti illesi due missionari e alcuni altri passeggeri mentre è molto alto il numero delle vittime sia tra quelle a bordo dell'aereo sia a terra. Sapevo da due giorni che su quell'aereo sarebbe salito un mio carissimo amico per rientrare a Kinshasa, dove risiede con la sua comunità . Aveva passato una settimana di formazione per giovani missionari a Bukavu con i suoi confratelli e prima di rientrare in sede ci siamo sentiti via Internet con Skipe. Pochi minuti di conversazione per dirmi una volta di più la sua gioia d'essere missionario del Regno di Dio, la sua gioia per la comunità nella quale è stato destinato da pochi mesi e per il nuovo apostolato che aveva appena iniziato a Kinshasa. Così ieri pomeriggio quando ho letto il flash della notizia del disastro aereo sulla misna mi sono sentita gelare il sangue addosso. Poi la notizia dei due sopravvissuti e infine la conferma, dopo un giro di telefonate con i suoi confratelli e con i nostri amici , che sono miracolosamente illesi. Lui, il mio amico Padre Pietro è sotto sciok e con poche escoriazioni, ma è andato a casa con i confratelli con le sue gambe. Tiro un sospiro di sollievo, ma mi assale lo stesso un sentimento di dolore e di tristezza per questa ennesima tragedia in un paese a cui non importa a nessuno la vita delle persone e che vanta il primato in campo mondiale per disastri aerei! Penso con affetto e con la mia povera preghiera a tutte quelle vittime e le abbraccio con il cuore affidandole alla misericordia del nostro Dio. Penso alle vittime di ogni tragedia, a quelle che anche oggi hanno perso la vita sul posto di lavoro, a quelle degli incidenti stradali di tutti i giorni e davvero sento di avere un cuore troppo piccolo per poter stringere tutte le loro famiglie in un silenzioso abbraccio di com-passione e di condivisione totale al loro dolore.
Ci sentiamo legati gli uni agli altri da un vincolo che va oltre il sangue... Condividere con te e con tutti, che formiamo un'unica famiglia, i dolori e le brevi gioie... Soffermarsi davanti ad un "Perchè?" che non ha risposta, e credere nell'unico "Perché?" del grido di Gesù...
RispondiEliminaE io cosa posso fare? Di una cosa sono sicuro: pregare ed amare, nell'attimo presente, perché nulla e nessuno mi sfiori accanto invano.
Luigi