Quando ero piccola giocavo anche io per strada. La scuola elementare non era dietro l'angolo e per andarci bisognava attraversare campi e stradette solitarie, non mi accompagnava mia madre ne mio padre, ma con mio fratello più grande e con i compagni e le compagne della nostra età che si incontravano lungo il tragitto, si andava soli e si tornava soli a casa. A volte c'era qualche adulto, qualche mamma o qualche papà che accompagnavano i loro figli, ma spesso eravamo soli! Nelle giornate di sole, tornando a casa dalla scuola ci si fermava nei campi a cercare fiori o piccoli insetti per fare le ricerche scolastiche o alcune erbe che ci piacevano da morire e che non ci saremo mai stancati di mangiare. In quei campi i pericoli c'erano, eccome! C'erano tante grotte ed era davvero una sfida di coraggio entrarci, andare a vedere se davvero c'erano streghe o fantasmi che mangiavano e rubavano bambini, c'era la storia antica che affascinava e che ci faceva sperare di trovare qualche tesoro nascosto appartenuto a Romani o Etruschi e la nostra fantasia e il nostro spirito d'avventura viaggiava a mille all'ora vivendo una infanzia stupendamente povera ma bellissima! Giocare per strada era l'unica possibilità reale di vivere il nostro tempo di bambini: niente piscine, niente scuole di ballo, niente palestre o squadre di pallavolo e pallacanestro, niente giocatoli cancerogeni, ma un pallone e qualche vetro rotto delle finestre dei vicini riempiva di gioia le nostre giornate. Soldi non ne circolavano certo nelle nostre tasche e quelli che a natale o per i compleanni ci venivano regalati dai nonni servivano per mantenerci il più dignitosamente possibile quando, allora come ora, alla fine del mese si arrivava male e molto più male di oggi! Nelle mie gambe ho ancora qualche cicatrice ben visibile dei giochi d'infanzia, ma quando le guardo ricordo ancora con gioia quei tempi! Quanti milioni e miliardi di bambini hanno giocato e giocano ancora come noi? Quanti genitori ci hanno rimproverato e minacciato di non farci più uscire, di punirci, e in tante occasioni ce le hanno anche suonate senza finire per questo denunciati o in galera, quando hanno scoperto i pericoli che correvamo nei nostri giochi? Allora non c'erano molte separazioni in famiglia, allora nonostante tutto e nonostante tutte le difficoltà tra i genitori, c'era un unica casa alla quale tornare ogni giorno, allora non c'erano i mass media a costruire articoli e programmi televisivi su quanto sia a volte difficile vivere l'amore, in famiglia e fuori, a descrivere solo dopo mille e mille tragedie, l'angoscia e l'orrore vissuto dei figli. Oggi voglio mandare un bacio a questi due fratellini che penso stiano volando con le rondini nel cielo di questa nuova primavera che s'affaccia in anticipo nella nostra giornata, in un gioco eterno che non avrà mai più il sapore del dolore, ma solo la gioia senza fine per un infanzia che nessuno potrà più rubargli.
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